top of page

Si può raccontare la violenza scritta su milioni di volti e corpi femminili, la cronaca gronda di queste orribili storie e le testimonianze sono ovunque. Cosa succede quando, però, la violenza che vuoi raccontare è quella subita dagli uomini? Il materiale scarseggia, sono pochissime le testimonianze e i corpi che si prestano a questo tipo di narrazione. Eppure le due forme di violenza sono le due faccia dello stesso orrore. Un errore del sistema, un vincolo di genere che ha portato a una lotta di genere dopo la quale può esserci solo la brutalità dell’ecchimosi e della morte - da una parte - e il dolore privato e segreto dall’altro. È una guerra senza sconti dove i ruoli si confondono e tutto diventa causa e effetto di tutto, difficile trovare il bandolo. Naked è un album che avrebbe potuto raccontare, al pari di Malemort, la violenza nella sua efferata cecità, quel sopruso senza perdono. Eppure non è andata così, perché Sophie ha fotografato un tipo di vulnerabilità, una specie di tortura che non si può raccontare, che non si deve raccontare, ha scattato immagini che ritraggono uomini spogliati non solo dei loro indumenti, ma anche della loro virilità tossica, quel destino che tocca al genere maschile e del quale la donna conosce spesso l’epilogo. Ma non è sempre così, a volte il seme avvelena se stesso prima che qualsiasi forma di vita o di morte possa rivoltarsi contro il suo vicino. Le fotografie qui presentate sono cariche di dettagli, marker maschili diremmo: barbe, peluria folta, il sesso. Ci sono molte mani, tutte strette intorno al corpo da proteggere, alla vulnerabilità che non si può dire perché maschia. Gli arti cercano un appiglio nell’aria della loro fragilità fetale. Sembra un raccoglimento, uno scudo e una protezione, l’ultima preghiera dell’uomo ‘scoperto’. Le case sono spoglie, così come i letti, nelle stanze le luci che filtrano, da finestre semplici, sono punti luce che non illuminano lo spazio. Il corpo resta un imprevisto poco illuminato, ma ben visibile, delineato ed esule in uno spazio che lo vorrebbe forte e brutale e invece lo coglie e lo inchioda nella sua imperfetta umanità in bilico. 

 

Denis Cuomo Pangallo


 

bottom of page